Il funzionamento del
bioluminometro è basato su un meccanismo di misurazione che consente di
rilevare, con un tempo di analisi di soli 30 sec., la presenza del
nucleotide ATP (adenosin-trifosfato), molecola energetica presente in ogni
tipo cellulare.
Il sistema di analisi sfrutta
le capacità di chemioluminescenza del reagente luciferin-luciferasi, che a
contatto con il substrato ATP è in grado di emettere luce.
Questo bioluminometro è quindi
uno strumento dotato di un solido e sensibile fotodiodo capace di misurare
la quantità di luce prodotta dalla reazione chimica. Questo tipo di
analisi riflette quindi i differenti livelli di residui di cibo o di
microorganismi presenti su una determinata superficie.
Un monitoraggio di questo tipo
consente di verificare con accuratezza l'effettiva pulizia delle superfici
di lavoro prima di cominciare le consuete procedure lavorative.
L'utilizzo del bioluminometro in campo alimentare permette di
ridurre notevolmente i rischi di contaminazioni microbiche negli alimenti. |